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Lot 141 - Auction 58

La Collezione Giulio del Pelo Pardi Lotto unico di 69 reperti archeologici catalogati ed autenticati dalla ... Read more

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Description

La Collezione Giulio del Pelo Pardi
Lotto unico di 69 reperti archeologici catalogati ed autenticati dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Umbria

Giulio del Pelo Pardi (Roma, gennaio 1872 - agosto 1953) umanista e studioso delle antiche civiltà, fu archeologo e collezionista, finissimo intenditore di musica, arte e poesia. Da uomo di scienza dedicò la propria vita all'agrimensura e allo studio della topografia. Conseguita molto presto la licenza ginnasiale, iniziò giovanissimo a praticare la professione lavorando nell'Agro Romano, in Sabina, in Umbria e, dal 1895 al 1900, nel Fucino dove erano in opera i lavori di bonifica. Per i suoi contemporanei Giulio del Pelo Pardi fu un grande umanista e appassionato studioso, che formò la propria cultura agronomica sulle opere dei grandi autori classici quali Catone, Varrone, Plinio il Vecchio e Columella; lo studio di questi antichi autori portò l'agronomo a intuire nuovi indirizzi di ricerca e alla creazione della cosiddetta "Archeologia Agraria". Nell'anno 1951 il "Sistema Colturale Del Pelo Pardi" fu presentato per il premio Nobel, che purtroppo non poté essergli assegnato poiché a quell'epoca non esisteva ancora l’onorificenza per la sezione Agricoltura. Giulio del Pelo Pardi morì a Roma nel 1953 lasciando in eredità, oltre ai suoi preziosi insegnamenti, una bella collezione di reperti archeologici, tra cui una vasta raccolta di ceramiche di epoca medievale oggi in Palazzo Venezia a Roma. La collezione che si propone al pubblico incanto è composta da 69 reperti. Nel luglio del 2011 il materiale è stato oggetto di analisi e schedatura da parte della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Umbria. Fra la ceramica di produzione etrusca si distinguono: una rarissima kylix in ceramica d'impasto vetuloniese caratterizzata dalla peculiare decorazione incisa raffigurante due felini; e un askos plastico in ceramica figurata databile tra la fine del IV e gli inizi del III secolo a.C. Più numerosi gli esemplari attribuibili alla produzione magnogreca di VI, V e IV secolo a.C.: una kylix falisca ed uno skyphos apulo a figure rosse, un bel cratere apulo a figure rosse, una brocca quattro attingitoi ed un piatto in ceramica subgeometrica, una brocca e un'olpe in ceramica geometrica, due piatti da pesce, un coperchio frammentario di pisside apula con felino di profilo. La collezione comprende inoltre un cinerario biconico in ceramica d'impasto dell'età del ferro, ed un'anfora attica frammentaria a figure nere raffigurante tre coppie di leoni e cinghiali affrontati.
La categoria della coroplastica è rappresentata da due antefisse, una di produzione daunia e l'altra romana, da un'arula di produzione ellenistica con sirena sulla fronte, da due mani e tre piedi votivi di produzione italica e da quattro pesi da telaio. In marmo sono un frammento di statua femminile maggiore del vero, una scultura di felino probabilmente pertinente ad un gruppo statuario dionisiaco, ed un elegante frammento di sarcofago raffigurante un cavallo. Esemplari in metallo sono: una punta di giavellotto ed un pendaglio in bronzo. Significativa infine la raccolta dei vetri, di origine romana ed orientale, costituita da quattro coppe, sei balsamari, tre piatti ed una brocca.

Il lotto è stato dichiarato di interesse archeologico particolarmente importante ai sensi del D.L.gs. 42/04 con D.D.R. 8736 del 31/7/2004 della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Umbria.
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