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Lotto 178 - Asta 240

CERCHIA DI LUCA PENNI (Firenze, 1500/1504 - Parigi, 1556) A FONTAINEBLEAU Giuseppe e la moglie di Putifarre Leggi tutto
Stima:
13.000,00/18.000,00 €
Base d'asta:
10.000,00 EUR
Aggiudicazione:
15.000,00 EUR
Numero offerte:
7

Offerte

Stato lotto:
Asta chiusa

Descrizione

CERCHIA DI LUCA PENNI (Firenze, 1500/1504 - Parigi, 1556) A FONTAINEBLEAU

Giuseppe e la moglie di Putifarre

Olio su tavola di quercia, cm. 70x90. Con cornice.

Il dipinto reca In basso a sinistra, sulla base lignea del talamo la data: "1556"
Al retro, su una traversa di rinforzo, la tavola reca vecchio cartellino, forse ottocentesco, con numero d’inventario di collezione: “N.° 49”.
Il dipinto è accompagnato da uno studio del Dott. Andrea Donati che riconduce l’opera all’attività di Luca Penni.
Questo intrigante dipinto su tavola parla il raffinato linguaggio manierista della Scuola di Fontainebleau intorno alla metà del Cinquecento. Il riferimento dell'opera a Luca Penni, estesamente motivata da Andrea Donati nello studio che accompagna il dipinto, trova conforto, oltreché nella data presente sulla tavola, su un disegno a sanguigna conservato al Kupferstich-Kabinett di Dresda (277 x 211 mm, Inv.-Nr. Ca. 6/173), la cui composizione, seppure non identica e sviluppata in senso verticale, mostra chiare affinità con quella del nostro dipinto: anche qui, infatti, troviamo una discinta moglie di Putifarre adagiata su un letto con un baldacchino e Giuseppe intenzionato a sfuggirle trattenuto dalla donna per un lembo del mantello.
Luca Penni fu il fratello del Giovan Francesco fedele collaboratore e seguace di Raffaello. Luca si trasferì presto in Francia dove lavorò assieme a Francesco Primaticcio e Rosso Fiorentino prima di assumere incarichi professionali in prima persona. Nell’opera in oggetto è riconoscibile un’aggiornatissima cultura figurativa che, oltre ai maestri poc’anzi citati, include Perin del Vaga, Parmigianino, Francesco Salviati, Nicolò dell’Abate e Jean Cousin il Vecchio. La figura della moglie di Putifarre è ripresa da un’idea del Rosso Fiorentino espressa in un disegno databile nel quarto decennio, raffigurante una scena di magia (penna e acquerello bruno, mm 430 x 293, Paris, Ecôle des Beaux-Arts), ed è assai simile all’incisione a bulino di Pierre Milan raffigurante la Ninfa di Fontainebleau, a sua volta derivata da Rosso e strettamente legata al grande bronzo fuso da Benvenuto Cellini nel 1542 per la porta d’entrata del castello. La trattazione metallica del corpo nudo ha una precisa corrispondenza visiva con il nostro dipinto, facendo supporre che l’incisione di Milan ne sia la fonte d’ispirazione iconografica ma anche un forte riferimento stilistico. La pittura di Luca Penni, in effetti, dimostra una particolare attenzione nei confronti della coeva produzione di stampe: il che non sorprende essendo attiva a Fontainebleau una scuola di incisori che, tra l'altro, traducevano a bulino le sue invenzioni.

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