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Lotto 41 - Asta 32

TORINO, Francesco Gnagni, detto Francesco Durantino; 1575–1578.Saliera a cubo, in due piani, uniti ai vertici da ... Leggi tutto

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Descrizione

Saliera a cubo, in due piani, uniti ai vertici da cariatidi con le ali che si toccano al centro e con quattro lati di sostegno, di cui due opposti a traforo, e gli altri due pieni, recanti medesimo “Stemma nobiliare” con a destra la lettera G e a sinistra la lettera V; in alto incavo per il sale; piedini d’appoggio evidenti. Maiolica compendiaria bianca con Stemma in policromia.
H. cm. 11,5; Ø cm.11,5.
Cond.: buone; qualche sbeccatura nei punti sporgenti. Nell’interno, un cartiglio tondo incollato reca la scritta: Questa / antichità / via Camerana 8 / Torino. Provenienza: Torino, collezione Questa. TORINO, Francesco Gnagni, detto Francesco Durantino; 1575–1578.
La particolare saliera presenta lo Stemma con un leone molto arruffato che, sulla scorta delle lettere ai lati, si individua come appartenente all’araldica dell’antica famiglia nobiliare di Torino, dei Guiscardi, signori di Vische e di altri territori nel torinese, a cui sembra alludere la seconda lettera, la V. Questa tuttavia potrebbe anche indicare il secondo cognome, di cui si fregiava la famiglia, che era Viscardi, oppure l’origine da Vercelli. Il leone era appannaggio di molte altre famiglie, comunque sempre del territorio torinese, da dove proviene la saliera. Il compendiario potrebbe fare pensare ad una produzione faentina, ma è bene ricordare che anche in Urbino si producevano i “bianchi”, legati ad una privativa ducale concessa ai maiolicari dal duca Guidubaldo II della Rovere nel 1552 (Gardelli 1999, p. 297). Inoltre la presenza a Torino di Orazio Fontana nel 1562 - 1564 chiamato da Emanuele Filiberto di Savoia per impiantare una fabbrica di eccellenza, attesta l’input per una produzione elitaria, rinnovata poco dopo da un altro durantino, Francesco Gnagni (o Nanni), che il Piccolpasso, intorno al 1578 / 1579, assicura lavorare a Torino, lì chiamato dal Duca (Campori 1871, pp. 79 – 88; Pesante 2012, passim). Unica testimonianza fino ad ora dell’attività del Durantino è una canestrella traforata al modo della presente saliera, datata 1577 e con la scritta “fata in Torino adi 12 di settembre 1577”, ora nel Museo Civico, per lascito d’Azeglio. La saliera stemmata dalla forma complessa, in un tardo manierismo già anticipatore dell’imminente barocco, appare una rilevante testimonianza della produzione di grande livello artistico nella Torino del Cinquecento.
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