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Lotto 47 - Asta 32

ANVERSA, bottega di Guido Andriesz, dei Savini da Casteldurante; sec. XVII, primo quarto.Piatto a stretta tesa, ampia ... Leggi tutto
Aggiudicazione:
3.000,00 EUR
Numero offerte:
1

Offerte

Stato lotto:
Asta chiusa

Descrizione

Piatto a stretta tesa, ampia parete, piccolo cavetto. Maiolica dipinta in monocromia giallo-oro con qualche tocco di azzurro, decorata a tutto campo con “raffaellesca”; in cavetto, “Amorino incedente” in paesaggio.
Ø cm. 45.
Cond.: discrete; filatura e piccoli incollaggi a destra. ANVERSA, bottega di Guido Andriesz, dei Savini da Casteldurante; sec. XVII, primo quarto.
Il piatto di notevoli dimensioni è di grande bellezza ed interesse. Esso si colloca nella produzione di una bottega aperta nelle Fiandre da un esponente della famiglia dei Savini di Casteldurante, di nome Guido, emigrato nel 1508 nei Paesi Bassi per impiantarvi una fabbrica. Testimonianza della sua fortuna è un documento del 1526 con cui Guido invia da Anversa denaro al padre rimasto in patria (Leonardi 1982, p. 166). Sappiamo che in seguito prenderà il cognome di Andriesz e morirà nel 1570, lasciando la bottega ai figli (Nicaise 1934, passim). Il piatto rivela contatti ancora molto stretti con la produzione urbinate e durantina fra la fine del ‘500 ed i primi del Seicento, improntata alla diffusione dello stile “alla raffaellesca”, derivata dalle pitture dell’Urbinate nelle stanze del Vaticano, a loro volta legate alle “grottesche” della domus aurea romana (Gardelli 1991, passim). Peculiari della bottega Andriesz sono la cromia di un giallo delicato e la predilezione per una decorazione curatissima con una simbologia quasi criptografica, tutta da scoprire. Infatti il piatto ad una attenta osservazione rivela di appartenere alla tipologia dei “gamelii”, o piatti nuziali. In alto nella parete una bella cornucopia, simbolo di felicità e augurio di fertilità, lega un uomo ed una donna, mentre tutto intorno festoni, nastri, cornucopie si alternano a fogliame, infiorescenze e mitiche figurette danzanti. Al centro “Amore alato” incede recando un contenitore cilindrico, forse per conservare le pergamene con i patti nuziali. Il piatto trova rispondenze in altre maioliche in diversi musei europei (Londra, VAM; Sèvres) ma anche in patria non mancano esempi; si vedano due belle maioliche nel museo di Kortrijk, dove le decorazioni pittoriche sono del tutto simili (Pauwels – Van Hoonacker, 1981,nn. 224 – 225).

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