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Lotto 140 - Asta 39

Giovan Francesco Barbieri, detto il Guercino (Cento, 1591 - Bologna, 1666) e bottega San Giovanni Battista visitato in ... Leggi tutto
Aggiudicazione:
36.000,00 EUR
Numero offerte:
9

Offerte

Stato lotto:
Asta chiusa

Descrizione

Giovan Francesco Barbieri, detto il Guercino (Cento, 1591 - Bologna, 1666) e bottega

San Giovanni Battista visitato in carcere da Salomè
olio su tela, cm 76x100. Con cornice
L’opera è accompagnata da un’expertise di Roberto Longhi.

La tela che qui si illustra, di alta qualità e notevole potenza espressiva, illustra un soggetto sacro decisamente desueto, sul quale però Guercino e il suo atelier ebbero curiosamente occasione di tornare a più riprese. L’impianto compositivo di base, particolarmente efficace nella sua concisione e concentrazione narrativa, fu fissato presumibilmente al principio del terzo decennio del Seicento e replicato negli anni successivi in molteplici occasioni con variazioni davvero minime. L’episodio fa riferimento del Vangelo di Marco (6, 17-28), laddove si racconta dell’incarcerazione del Battista da parte del re Erode in conseguenza delle critiche che egli aveva espresso sull’illegittimo matrimonio contratto dal sovrano con la cognata Erodiade. La messa in scena guercinesca, peraltro, fissa originalmente un momento assente nella narrazione evangelica, “inventando” la visita al santo da parte di Salomè, figlia di Erodiade. Tutti i dipinti della serie raffigurano così il Battista in carcere che si sottrae con decisione alle attenzioni della giovane, girandole le spalle e volgendo la sua testa per evitare di incrociare lo sguardo di lei, posta vicinissima col volto che si insinua tra le sbarre della finestra della cella.
I documenti antichi fanno più volte riferimento a dipinti del Guercino raffiguranti questo soggetto, a partire dal testamento di un tal Scaruffi di Reggio Emilia, datato 28 luglio 1621. Una tela analoga (presumibilmente la medesima) si trova citata nel testamento del vescovo Paolo Coccapani, pure di Reggio Emilia, redatto il 3 dicembre 1647. Verso il 1670, infine, all’interno di una lista di quadri proposti per l’acquista al nobile siciliano Antonio Ruffo si trova la seguente citazione: “Del Guercino (…) S. Giovanni in prigione con una donna che lo tenta”.
Come già accennato, questa invenzione compositiva fu riproposta dal grande pittore, talora con la partecipazione di aiuti, in almeno quattro redazioni, fra cui la nostra, affini fra loro anche per le misure e situabili cronologicamente lungo la prima metà del terzo decennio. Le due più note e discusse dalla critica recente si trovano rispettivamente in collezione privata a New York (apparsa in un’asta Sotheby’s Londra, 8 aprile 1981), considerata pienamente autografa e prototipo della serie, e nella National Gallery di Dublino, proveniente per donazione dalla collezione di Sir Denis Mahon. Una terza versione, attualmente presso lo Studio Marco Grassi di New York, è stata pubblicata come autografa da Nicholas Turner nel suo recentissimo catalogo ragionato di Guercino. Diverse altre repliche sono emerse negli anni, ma di qualità minore e incompatibile con l’autografia totale o parziale del grande maestro.
il nostro dipinto vanta una ridotta ma luminosa fortuna critica: fu infatti analizzato in molteplici occasioni da Roberto Longhi, che comunicò le sue riflessioni ai proprietari in una prima lettera del 1960 e di nuovo nel 1968, anno in cui pubblicò l’opera su “Paragone” (Longhi 1968, p. 67, fig. 57 e tav. II). In tutte queste occasioni l’eminente studioso sottolineò l’alto livello della presente versione, giudicandola senza dubbio superiore a quella di Sir Denis Mahon e dicendosi convinto della sua autografia. La qualità del dipinto si presenta in effetti assai alta, soprattutto in alcuni brani particolarmente riusciti, come le mani affusolate del santo e il panneggio del suo mantello, di brillante resa materica e energicamente lavorato di chiaroscuro. Talune durezze esecutive e un certo schematismo nei contrasti luministici suggeriscono peraltro di ipotizzare un collaborazione da parte della bottega e una data leggermente più tarda rispetto alle altre tre redazioni strettamente guercinesche, all’incirca verso il 1625-1628.

Bibliografia:
Roberto Longhi, Spuntature sulla mostra bolognese del Guercino, Paragone, 1968, n. 225.

Provenienza:
Roma, Collezione Privata

L’opera è corredata di Attestato di Libera Circolazione (Export Licence).

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