Lotto 840 - Asta 19
841
Messina, Ferdinando il Cattolico (1474-1516), "Hafsid" Dinar o Doppia Tripolina, 1479-1516; AV (g 4,68; mm 19; h 12); Moneta araba ... Leggi tutto
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Stato lotto:
Asta chiusa
Descrizione
Messina, Ferdinando il Cattolico (1474-1516), "Hafsid" Dinar o Doppia Tripolina, 1479-1516; AV (g 4,68; mm 19; h 12); Moneta araba contromarcata con aquila coronata a s., con ali aperte; sopra F, Rv. Leggenda mussulmana svanita. Spahr pag. 123; Grierson-Travaini pag. 328
Estremamente rara, q.spl.
Si tratta di una particolarissima moneta d’emergenza, conosciuta in pochi esemplari, la cui contromarca è apposta su un dinar di “Abu Amr Uthman” che governò dal 1435 al 1488. Nel 1489, a causa di una terribile carestia nel nord Africa, odierna Tunisia, all’epoca governata dal sovrano della dinastia Hafsid, si rese necessaria la vendita a Tunisi di una quantità enorme di granaglie dalla Sicilia (7.650.000 kg). In quell’anno, per una fortunata coincidenza, la produzione in Sicilia era stata eccezionale e tale acquisto fu pagato in dinari d’oro. Il massiccio arrivo d’oro straniero in un tempo così ristretto non permise la riconiazione, pertanto il Sacro consiglio Reale di Sicilia il 24 settembre 1489 legalizzò i dinari, contromarcandoli per garantirne il peso e la qualità, autorizzandoli a circolare dal 3 ottobre 1489 al valore di 14,5 tarì. Il 19 gennaio del 1490 il consiglio decretò la coniazione di una nuova moneta, il Trionfo, che fu coniata il 19 marzo 1490. Ciò comportò il ritiro di tutti i dinari contromarcati al fine di fonderli e produrre la nuova moneta. Ciò spiega il numero esiguo e la rarità dei pochi esemplari conosciuti, scampati alla fusione e alla coniazione. (cfr. Spahr, p. 123, Grierson-Travaini p. 328)
Estremamente rara, q.spl.
Si tratta di una particolarissima moneta d’emergenza, conosciuta in pochi esemplari, la cui contromarca è apposta su un dinar di “Abu Amr Uthman” che governò dal 1435 al 1488. Nel 1489, a causa di una terribile carestia nel nord Africa, odierna Tunisia, all’epoca governata dal sovrano della dinastia Hafsid, si rese necessaria la vendita a Tunisi di una quantità enorme di granaglie dalla Sicilia (7.650.000 kg). In quell’anno, per una fortunata coincidenza, la produzione in Sicilia era stata eccezionale e tale acquisto fu pagato in dinari d’oro. Il massiccio arrivo d’oro straniero in un tempo così ristretto non permise la riconiazione, pertanto il Sacro consiglio Reale di Sicilia il 24 settembre 1489 legalizzò i dinari, contromarcandoli per garantirne il peso e la qualità, autorizzandoli a circolare dal 3 ottobre 1489 al valore di 14,5 tarì. Il 19 gennaio del 1490 il consiglio decretò la coniazione di una nuova moneta, il Trionfo, che fu coniata il 19 marzo 1490. Ciò comportò il ritiro di tutti i dinari contromarcati al fine di fonderli e produrre la nuova moneta. Ciò spiega il numero esiguo e la rarità dei pochi esemplari conosciuti, scampati alla fusione e alla coniazione. (cfr. Spahr, p. 123, Grierson-Travaini p. 328)
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