Pittore napoletano, secondo quarto XVII secolo

La caduta della manna
Olio su tela, cm 68x100. Con cornice
Il dipinto rappresenta la raccolta della manna che Dio fece scendere sulla terra come dono agli Israeliti. Questo alimento, simile al seme del coriandolo ma di colore bianco, servì al popolo di Dio quale nutrimento durante il cammino nel deserto, dove non vi era nulla di cui cibarsi.
Le figure qui dipinte mostrano atteggiamenti diversificati: sullo sfondo alcune raccolgono la manna, mentre altre in primo piano sulla sinistra apprendono l’insegnamento della parola divina. Sulla destra, infine, spicca un maestro anziano, forse l’apostolo Paolo, forse una rimando esplicito al santo che nella sue lettere ai Corinzi descrisse la manna come cibo spirituale, dono eucaristico di Cristo.
Questa tela è riferibile a un pittore attivo a Napoli nel secondo quarto del Seicento per le numerose citazioni da dipinti visibili in città dai primi anni del Seicento. La figura in primo piano a sinistra richiama uno dei popolani che assiste alla Liberazione di san Pietro dal carcere di Battistello Caracciolo (Napoli, Chiesa del Pio Monte della Misericordia), a sua volta un rimando alla tela caravaggesca de Le sette opera di Misericordia, presente nella stessa chiesa. La figura del precettore anziano ricalca, invece, nella posa e nel rapporto di grandezza con le altre figure La maestra di scuola di Aniello Falcone (Napoli, Museo di Capodimonte), artista che ebbe un grande successo presso i massimi collezionisti del tempo come i Caracciolo d’Avellino, i Firrao e gli Spinelli di Tarsia. Infine, l’anonimo esecutore di questo dipinto si è autorappresentato nel personaggio vestito di rosso che con un fare misterioso regge lo sguardo dello spettatore in un dialogo immaginario, dalle sembianze simili all’autoritratto di Francesco Guarini come appare in Giuseppe venduto dai fratelli (Solofra, chiesa S. Andrea).