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Lotto 35 - Asta 46

Domenico Gargiulo, detto Micco Spadaro (Napoli, 1610 -1675), attr.
Adorazione dei Magi

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Stato lotto:
Asta chiusa

Descrizione

Domenico Gargiulo, detto Micco Spadaro (Napoli, 1610 -1675), attr.

Adorazione dei Magi
Olio su tela, cm 126x157. Con cornice
Il dipinto è accompagnato da un’expertise del prof. Ferdinando Bologna

Questa inedita e luminosa Adorazione dei Magi di grande formato presenta una composizione che combina felicemente chiarezza d’impaginazione e complessità d’invenzione, articolando magistralmente la coesistenza di tante figure e animali, di un’architettura di monumentali rovine classiche ricoperte di vegetazione e di un suggestivo e realistico paesaggio roccioso.
La tela fu assegnata nei termini più inequivocabili da Ferdinando Bologna a Domenico Gargiulo detto Micco Spadaro (definita “Opera tipica e autografa del pittore napoletano … A conferma di questa verità, già di per sé manifesta, si potrebbero addurre innumeri riscontri con tutte le opere certe del maestro”) e collocata in una fase relativamente giovanile dell’attività del maestro, nella seconda metà del quarto decennio del Seicento.
Tale indicazione va a nostro avviso confermata, alla luce del complesso tessuto di riferimenti figurativi che la tela esibisce, che include, in particolare, Aniello Falcone per quanto concerne le figure sottili e allungate, il giovane Salvator Rosa per il “romantico” paesaggio e ovviamente Viviano Codazzi per le architetture. Il nostro dipinto si situa in stretta relazione con altre opere all’incirca coeve di Micco Spadaro, come la Cacciata dei mercanti dal tempio, in proprietà privata napoletana (Sestieri – Daprà, n. 9, p. 73), l’Adorazione dei pastori, di ubicazione sconosciuta (Ibid., n. 12, p. 75), e con due opere frutto della formidabile collaborazione col Codazzi (a Napoli fra il 1634 e il 1647): la Basilica di Costantino con l’Adorazione dei Magi, pure in ubicazione sconosciuta (Ibid., n. 31, p. 105), e il San Pietro risana lo storpio, del Museo di Capodimonte a Napoli (Ibid., n. 84, p. 206). Le chiare affinità con le ultime due per quanto concerne l’invenzione architettonica e la relazione figure-architettura (sebbene quest’ultima risulti nella nostra tela maggiormente semplificata) inducono a prendere in considerazione l’ipotesi di una partecipazione diretta del Codazzi anche nell’esecuzione di quest’opera.

Bibliografia:
G. Sestieri . B. Daprà, Domenico Gargiulo detto Micco Spadaro. Paesaggista e “cronista” napoletano, Milano-Roma 1994.



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