Lotto 40 - Asta 46
41
Giovanni Comin (Treviso, 1647 ca. - Venezia, 1695)
Inverno e Autunno
Inverno e Autunno
Offerte
Stato lotto:
Asta chiusa
Descrizione
Giovanni Comin (Treviso, 1647 ca. - Venezia, 1695)
Inverno e Autunno
Terracotta patinata, Inverno cm 49x16,5x13,5, Autunno cm 51x20x14
Come sostenuto dal prof. Andrea Bacchi in una recente scheda dedicata alle due opere, entrambe le terrecotte furono realizzate da Giovanni Comin, scultore veneto, nella seconda metà del Seicento, periodo in cui il gioco di panneggi derivato dal fiammingo Giusto Le Court è meno forzatamente barocco, a differenza invece delle sue prime opere note, dal carattere molto più irrequieto.
Secondo lo studioso, è possibile che le sculture siano stati dei modelli preparatori per statue da giardino facenti parte di un ciclo rappresentante tutte le stagioni. La fattura così definita le fa ritenere, inoltre, due modelletti di presentazione, un genere tanto richiesto dal mercato collezionistico settecentesco.
Il profilo dell’Inverno, vecchio e grinzoso, sembra rievocare la statua di Avicenna, sia nei paludamenti che nel gioco della folta barba, un’opera commissionata allo scultore da Antonio Marchetti per il monumento di suo padre Pietro e del fratello Domenico (Padova, Basilica di S. Antonio).
Invece, il giovane volto dell’Autunno con la sua fluente chioma trova evidenti riscontri nell’Angelo adorante (Murano, chiesa di S. Pietro), realizzato nel 1681 per la cappella funebre di Domenico Ballarin.
Il lotto è corredato di Attestato di Libera Circolazione
Inverno e Autunno
Terracotta patinata, Inverno cm 49x16,5x13,5, Autunno cm 51x20x14
Come sostenuto dal prof. Andrea Bacchi in una recente scheda dedicata alle due opere, entrambe le terrecotte furono realizzate da Giovanni Comin, scultore veneto, nella seconda metà del Seicento, periodo in cui il gioco di panneggi derivato dal fiammingo Giusto Le Court è meno forzatamente barocco, a differenza invece delle sue prime opere note, dal carattere molto più irrequieto.
Secondo lo studioso, è possibile che le sculture siano stati dei modelli preparatori per statue da giardino facenti parte di un ciclo rappresentante tutte le stagioni. La fattura così definita le fa ritenere, inoltre, due modelletti di presentazione, un genere tanto richiesto dal mercato collezionistico settecentesco.
Il profilo dell’Inverno, vecchio e grinzoso, sembra rievocare la statua di Avicenna, sia nei paludamenti che nel gioco della folta barba, un’opera commissionata allo scultore da Antonio Marchetti per il monumento di suo padre Pietro e del fratello Domenico (Padova, Basilica di S. Antonio).
Invece, il giovane volto dell’Autunno con la sua fluente chioma trova evidenti riscontri nell’Angelo adorante (Murano, chiesa di S. Pietro), realizzato nel 1681 per la cappella funebre di Domenico Ballarin.
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