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Lotto 71 - Asta 46

Pompeo Batoni (Lucca, 1708 - Roma, 1787)
Ritratto del cardinale Leonardo Antonelli
Aggiudicazione:
30.000,00 EUR
Numero offerte:
1

Offerte

Stato lotto:
Asta chiusa

Descrizione

Pompeo Batoni (Lucca, 1708 - Roma, 1787)

Ritratto del cardinale Leonardo Antonelli
Olio su ardesia, cm 75x56. Con cornice in bronzo dorata
Questo importante e inedito ritratto su ardesia rappresenta il cardinale Leonardo Antonelli e fu dipinto da Pompeo Batoni nel 1777 per il monumento del nobiluomo nella chiesa privata della residenza di Brugnetto di Trecastelli, nei pressi di Senigallia, tuttora residenza dei conti Antonelli Castracani discendenti del prelato. Il cardinale nacque a Senigallia nel 1730 e fu elevato da Papa Pio VI al rango cardinalizio nel 1775. Fine letterato, l’Antonelli ereditò la biblioteca dello zio Nicolò Maria, anch’egli cardinale, che raccolse nella galleria del Palazzo Pamphili in Piazza Navona a Roma, poi trasferita a Senigallia nell’Ottocento. La cura di questo enorme patrimonio librario fu affidata al bibliotecario Francesco Cancellieri, che celebrò le lodi del suo protettore nel testo Cenotaphium Leonardi Antonelli Cardinalis, preziosa miniera di informazioni sulla vita del prelato. Tra i suoi tanti interessi, non mancò quello per l’arte. Uno stretto rapporto, ancora da indagare in profondità, lo legò a Pompeo Batoni, il quale dipinse l’ardesia qui presentata per il monumento presso il palazzo Antonelli Castracani, voluto dai fratelli Angelo e Bernardino nel 1775 per ricordare la sua nomina a cardinale.  La lapide in marmo a corredo del ritratto così recita: “LEONARDO PHIL. F. ANTONELLIO/PRIMO INTER PATRES CARDINALES/A. PIO. VI. PONT. MAX/HONORIS CAUSSA ADLECTO/ QUUM AGERET AETATIS AN. XXXXV/ANGELUS ET BERNARDINUS COMITES/FRATRI MERENTI […]”.
La conferma della paternità dell’opera al grande pittore lucchese, oltre che dalla firma felicemente riemersa sul retro, ci giunge da una ricevuta di pagamento emersa da una sistematico spoglio d’archivio tra le carte private della famiglia Antonelli. L’interessantissimo e illuminante documento così recita: “Io Pompeo Batoni ove Lucca mi diede i natali venuto in Roma acciocche dipintore fossi di homini nobilissimi et principi di santa madre chiesa do impegno mio all eminenza porporata Cardinale Leonardo Antonelli de Santa Sabinae in Roma Urbe, per un ritratto sopra ardesia e ovale a fondo scuro: Ove non si evidenzi nello sguardo edonismo alcuno bentanto la prudentia guida di sua missione avuta in aprile mese annus domini 1775. Opera da pittare e porre in Santa Timotea e Santo Francisco chiesa di Palatio Antonelli in quel sito nomato del Brugnetto di Val del Misa, nell’agosto mese lo monterò con cirimonia io stesso dentro al mese dell’ottobre. Do man salva di aconto avuti per l’opra mia quattrocento scudi argento nel compenso detto a me di milletrecento. P. Batoni pittore in Roma, addi 18 giugno 1775 annus domini”.
Inoltre, l’anonimo compilatore del Libro delle Messe, in cui sono registrate tutte le celebrazioni officiate nella chiesa della nobile famiglia, annotò al giorno 10 novembre 1777: “Officio di Messe fatto celebrare dalla Nobil/ Casa Antonelli per la benedizione del ritratto/ del Sig. Conte l’Em. Card. Leonardo Antonelli/ opera del sommo M.o Pompeo Batoni”. Quindi il cardinale, dopo aver ricevuto il cappello cardinalizio, commissionò al Batoni il proprio ritratto che fin da subito ornò la propria memoria nel palazzo di famiglia. Il prelato, che morì nel 1811, non fu però sepolto presso questa cappella, come da lui desiderato, ma nella seconda navata a sinistra del duomo di Senigallia.
Come scrisse Liliana Barroero a proposito del pittore, “sebbene l’iconografia del ritratto cardinalizio e papale era stato già codificato nei secoli da importantissimi artisti  (…) soltanto in quelli di Batoni sembra potersi riscontrare lo status dell’effigiato, quell’accattivante affabilità che, unitamente alla maestria tecnica, spesso più della firma stessa costituisce l’elemento dirimente per stabilire l’autografia dell’opera”. Nel taglio dell’opera e nella posa dell’effigiato il nostro ritratto mostra identiche soluzioni al Ritratto dell’arcivescovo Giovan Domenico Mansi (Lucca, Museo Nazionale di Palazzo Mansi), prelato appartenente alla famiglia lucchese che permise al giovane Batoni di condurre i suoi studi a Roma nel 1727, e al Ritratto di Pio VI (Città del Vaticano, Pinacoteca Vaticana) in cui si nota la stessa vivacità di esecuzione del volto e degli eleganti tessuti condotti con una pennellata altrettanto rapida e vibrante. Il nostro dipinto costituisce una rilevante aggiunta al catalogo del pittore e rappresenta un punto di partenza per approfondire la committenza artistica della famiglia Antonelli tra il XVII e il XVIII secolo.

Provenienza
Collezione cardinale Leonardo Antonelli, Brugnetto di Trecastelli (Senigallia);
per eredità, Conti Antonelli Castracani, Brugnetto di Trecastelli (Senigallia);
Collezione privata, Marche.

Bibliografia
E.P. Bowron, Pompeo Batoni: a complete catalogue of his paintings, New Haven, London, 2016;
L. Barroerro, Pompeo Batoni 1708-1787: l’Europa delle corti e il Grand Tour, Cinisello Balsamo, Milano 2008.





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