Lotto 179 - Asta 47
180
FRANCO ANGELI
Da una ferita scaturì la bellezza, inizi Anni ‘60
Da una ferita scaturì la bellezza, inizi Anni ‘60
Offerte
Stato lotto:
Asta chiusa
Descrizione
FRANCO ANGELI
Roma, 1935 - 1988
Da una ferita scaturì la bellezza, inizi Anni ‘60
Tecnica mista (smalto, acrilico e gesso con velatino) su tela, 100 x 100 cm
Titolo in alto e in basso: Da una ferita scaturì / la bellezza
Firma e dedica sul retro: Franco Angeli, “A Dario”
Facendo riferimento a “E da una ferita scaturì la bellezza” (1957), che si iscrive alla sua primissima produzione, l’opera prende spunto dal ricordo del trauma vissuto la notte del bombardamento di San Lorenzo, avvenuto il 19 luglio 1943. A tal proposito Angeli così si espresse: «La materia per me è un frammento di questa enorme lacerazione che ha travolto l’Europa; i miei primi quadri erano così, come una ferita dalla quale togli dei pezzi di benda [...] dove il sangue si è rappreso ma non è più una macchia rossa. Tutto doveva apparire lacerato, affranto».
Tratto dall’articolo di G. De Marco, “Piazza del Popolo 1950-1960”, in La Tartaruga, 5-6 marzo 1959.
La stessa citazione compare anche su “Col diavolo in corpo. Vite maledette. Da Amedeo Modigliani a Carmelo Bene” di Osvaldo Guerrieri, Neri Pozza, Vicenza, 2013
Roma, 1935 - 1988
Da una ferita scaturì la bellezza, inizi Anni ‘60
Tecnica mista (smalto, acrilico e gesso con velatino) su tela, 100 x 100 cm
Titolo in alto e in basso: Da una ferita scaturì / la bellezza
Firma e dedica sul retro: Franco Angeli, “A Dario”
Facendo riferimento a “E da una ferita scaturì la bellezza” (1957), che si iscrive alla sua primissima produzione, l’opera prende spunto dal ricordo del trauma vissuto la notte del bombardamento di San Lorenzo, avvenuto il 19 luglio 1943. A tal proposito Angeli così si espresse: «La materia per me è un frammento di questa enorme lacerazione che ha travolto l’Europa; i miei primi quadri erano così, come una ferita dalla quale togli dei pezzi di benda [...] dove il sangue si è rappreso ma non è più una macchia rossa. Tutto doveva apparire lacerato, affranto».
Tratto dall’articolo di G. De Marco, “Piazza del Popolo 1950-1960”, in La Tartaruga, 5-6 marzo 1959.
La stessa citazione compare anche su “Col diavolo in corpo. Vite maledette. Da Amedeo Modigliani a Carmelo Bene” di Osvaldo Guerrieri, Neri Pozza, Vicenza, 2013
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