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Lotto 64 - Asta 53

FiaschettaFiasca ovoide a pancia ribassata con baccellature, colletto inserito in un anello a mistura d’argento, con ... Leggi tutto
Aggiudicazione:
5.250,00 GBP
Numero offerte:
1

Offerte

Stato lotto:
Asta chiusa

Descrizione

Fiaschetta
Fiasca ovoide a pancia ribassata con baccellature, colletto inserito in un anello a mistura d’argento, con coperchietto a vite, appoggio a cercine con anello metallico sagomato.
Maiolica dipinta in arancio di due toni, con tocchi di azzurro; dall’alto: registro di fantasia, cerchio arancio, registro con festone fra margherite, cerchio da cui partono le baccellature; in ogni spicchio decorazione fitomorfa a tappeto con rameggi, simbolo del “Toson d’oro” e esseri fantasiosi di tipologia medievale denominati “grilli”. Nel fondo in manganese lettera “L”.
H. cm. 21,5.
Cond.: perfette.

Firenze, Fabbrica medicea: Niccolò Sisti maiolicaro, Jacopo Ligozzi, disegnatore e pittore; sec. XVI, ultimo quarto.

La fiaschetta di forma assai elegante trova diretti confronti con opere attuate nella fabbrica medicea su guida di Niccolò Sisti, nella spasmodica ricerca di ottenere la vera “porcellana”, quale giungeva dall’Oriente fin dai tempi di Marco Polo. I Medici tentarono, con qualche successo, di ottenere la vera porcellana soprattutto sotto il granduca Francesco. Pur non presentando come marchio la cupola di S. Maria del Fiore, o la lettera F, la fiaschetta trova confronti precisi con oggetti in “porcellana” medicea, sia nella forma periforme e baccellata, chiamata negli inventari ducali “ a spichi”, sia nella decorazione naturalistica quale si trova in molte opere. Il tappeto floreale con le fogliette legate da filamenti, pur legata al gusto orientale, appare una interessante interpretazione artistica della valeriana, pianta disegnata varie volte dal pittore veronese Jacopo Ligozzi. Chiamato nel 1577 a Firenze dal granduca Francesco I, per dieci anni gli fu concesso di abitare al Casino di San Marco dove elaborò un nutrito corpus di illustrazioni naturalistiche, sia botaniche che zoologiche, oggi conservate al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, tanto da rendere questo genere artistico la sua specialità. La lettera “L” nel fondo della fiaschetta va riferita senza dubbio proprio a Jacopo Ligozzi, pittore universalissimo, come lo definì il contemporaneo Filippo Baldinucci, e al decennio 1577-1587, quando al Casino di San Marco era a contatto diretto con la Fonderia. Potrebbe avere così fornito il disegno per la decorazione della fiaschetta, ma si può anche ritenere che l’abbia disegnata personalmente come si intuisce dalla firma. Esaminando la decorazione, troviamo all’interno della illustrazione botanica propria di Jacopo, in ogni spicchio dall’alto un animaletto ricurvo, riferimento preciso al “Toson d’oro”, importante onorificenza attribuita a Cosimo I Granduca nel 1562 e da allora inserito nello stemma Medici. In basso una figuretta è legata intellettualmente ai “grilli” di tradizione tardo medievale. Sicuramente ancora in maiolica, seppur di grande qualità, la fiaschetta trova confronti diretti con la produzione del Medici anche negli inserimenti metallici nel collo, nel tappo a vite e nel fondo, del tutto simili in opere firmate, come informa un documento del 1577-78, per cui maestro Castrucci era pagato per inserire argento in “…cinque fiasche di porcellana lavorata con diversi ornamenti”.
[Cfr.:G. Cora-A. Fanfani, La porcellana dei Medici, Milano 1986; per i documenti citati,M. Spallanzani, Ceramiche alla corte dei Medici nel Cinquecento, Modena 1994, docc. 37, 39; su Jacopo Ligozzi, A. Cecchi-L. Conigliello-‎M. Faietti, Jacopo Ligozzi. «Pittore universalissimo», Catalogo mostra, Firenze 2014, Sillabe, Maggio 2014, passim.]
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