Marco Aurelio (161-180), Sesterzio, Roma, 172-173 d.C.; AE (g 23,60; mm 34; h 11); M ANTONINVS - AVG TR P XXVII, busto laureato a d., drappeggio sulla spalla s., Rv. IMP VI - COS III, Mercurio stante su piedistallo verso s., tiene caduceo e borsa di denaro; il dio è all’interno di un tempio tetrastilo sostenuto da cariatidi; nel timpano sono raffigurati i simboli di Mercurio: la tartaruga, il gallo, il caduceo, la borsa di denaro, l’elmo alato, il montone; ai lati, S - C; in ex. RELIG AVG. RIC 1075 var (testa laureata); C 535.
Raro, ritratto vigoroso e rovescio estremamente dettagliato su largo flan, patina verde scura: spl - spl+.

Sul rovescio è la rappresentazione di Mercurio con i suoi tradizionali attributi, entro un tempio tetrastilo decorato da vari elementi riconducibili a questa divinità. La legenda RELIG(io) AVG(usti), la religione dell’imperatore, connette la figura di Mercurio con il sentimento religioso di Marco Aurelio. Diodoro Siculo riferisce come in Egitto chi indossava il petaso e portava il caduceo era visto come figura di connessione con il mondo religioso e spirituale, per questo la presenza di questa divinità potrebbe essere genericamente simbolica della religiosità dell'imperatore. Ma la raffigurazione di Mercurio potrebbe essere anche un riferimento all'evento del "miracolo della pioggia" avvenuto intorno al 173 d.C. quando Marco Aurelio si trovava sul Danubio per combattere l'avanzata dei Quadi. Secondo il racconto di Dione Cassio, in tale occasione il sacerdote egizio Harnuphis avrebbe invocato alcune divinità tra cui Mercurio, in quanto dio dell'aria, per far cadere sui soldati romani una pioggia miracolosa che li avrebbe dissetati e salvati dall'assalto delle truppe nemiche. Tale evento è anche rappresentato nei rilievi della colonna di Marco Aurelio a Roma.