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Lotto 24 - Asta 32

MARCHE, Francesco e Marco della Robbia; 1520 - 30.Maria tiene sulle ginocchia Cristo morto.
Aggiudicazione:
5.000,00 EUR
Numero offerte:
1

Offerte

Stato lotto:
Asta chiusa

Descrizione

Maria tiene sulle ginocchia Cristo morto. Statuetta in maiolica policroma; nel retro incavo forse per inserimento di un’asta con aureola in metallo.
H. cm. 22,5; largh. mx. cm. 31.
Cond.: ottime; MARCHE, Francesco e Marco della Robbia; 1520 - 30.
La modulazione cromatica, basata essenzialmente sull’azzurro, il giallo di due toni e su un lucente bianco, dona, in questa bellissima “Pietà”, una dolcezza di modellato, specie nel volto della Vergine, che ne fanno un piccolo capolavoro. La tipologia della maiolica, di grande lucentezza e corposità, colloca la statuetta nell’entourage dei della Robbia, in particolare dei figli di Andrea, Marco (1468 - 1532ca) e Francesco (1477 – 1528ca), i quali, attratti dalla religiosità del Savonarola, presero i voti, divenendo frate Mattia e frate Ambrogio. Non dimenticarono mai l’arte della maiolica, per cui, anche quando fra’ Ambrogio si trasferì nelle Marche, precisamente a Potenza Picena (MC) forse per interessamento del cardinale Francesco Armellini Medici, vi chiamò anche il fratello fra’ Mattia; le Marche ricevettero allora, sia nel pubblico che nel privato, straordinarie opere robbiane, alcune ancora oggi presenti. Tuttavia, già nel 1904 l’Anselmi, a cui dobbiamo le prime ed importanti ricerche documentarie sui della Robbia nella Marche, scriveva: “Nessuna meraviglia, quindi che infinite opere in terra-cotta invetriata, o meno, all’uso robbiano, si siano rinvenute e si rinvengono ancora nelle nostre Marche, quantunque la maggior parte siano oggi scomparse, per figurare invece nelle pubbliche e private collezioni.” (Anselmi 1904, pp. 158). Difficile attribuire all’uno o all’altro, in mancanza di precisi documenti, le opere invetriate di piccolo formato proprie della produzione devozionale dei due fratelli; tuttavia la presenta statuetta, di sicuro ductus robbiano, molto si avvicina al “Crocifisso” di Marco (fra’ Mattia) in Arcevia del 1520 (Gentilini 1992, p. 378) e andrà aggiunta al suo catalogo.
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