Bartolomeo Sinibaldi, detto Baccio da Montelupo (Montelupo Fiorentino, 1469 - Lucca, 1537 ca.)

Testa virile barbata
Terracotta, cm 22x20x22
Grazie ad un foro presente dietro la nuca - un alloggiamento per un’aureola - si può ipotizzare che la testa possa essere il ritratto di un frate canonizzato. Non è possibile, però, ricondurre con certezza l’identità di questa terracotta ad un santo in particolare sebbene alcuni dettagli come la nobile espressione del volto, la rada barbetta e i delicati lineamenti del viso siano quelli che di sovente caratterizzano iconograficamente la figura di Domenico di Guzmán, frate predicatore, fondatore dell’ordine domenicano.
Gli occhi, invece, ieraticamente rivolti al cielo, rimandano alle più classiche raffigurazioni di Francesco d’Assisi, il frate umile, spesso rappresentato in estasi e con tratti efebici.
La testa è stata attribuita a Baccio da Montelupo, scultore fiorentino che dopo aver frequentato la scuola d’arte nel giardino di S. Marco, insieme al giovane Michelangelo, si rifugiò a Bologna nel 1495, per la sua vicinanza alle discusse idee di Girolamo Savonarola.
La scultura potrebbe essere stata realizzata intorno al 1514, anno in cui il Sinibaldi licenziò il San Giovanni Evangelista per una delle nicchie dell’Orsanmichele a Firenze. In questo bronzo, capolavoro della maturità dell’artista, si riscontrano alcune efficaci soluzioni presenti nella nostra terracotta come una potente ma delicata espressione del volto e dei gesti, memore dei modelli di Desiderio da Settignano. Piuttosto acerbi al confronto, invece, le figure del Compianto in terracotta realizzato per la chiesa felsinea di S. Domenico (Bologna, Museo del Duomo), sua prima commissione importante.

Il lotto è corredato di Attestato di Libera Circolazione.

Bibliografia
D. Lucidi, Contributi a Baccio da Montelupo scultore in terracotta, in "Nuovi Studi", XVIII (2013), 19, pp. 51-101.