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Lotto 311 - Asta 54

Lotto 311

Glittica
Raro cammeo in agata. Cristo. L'effige del Cristo è posta frontalmente, a mezza figura. Il volto è tondeggiante ... Leggi tutto
Aggiudicazione:
7.250,00 GBP
Numero offerte:
12

Offerte

Stato lotto:
Asta chiusa

Descrizione

Raro cammeo in agata. Cristo. L'effige del Cristo è posta frontalmente, a mezza figura. Il volto è tondeggiante (reminiscenza dei dittici d'avorio tardo antichi) ed è caratterizzato da tratti peculiari: i capelli sono lunghi e distribuiti ordinatamente su due lati in maniera simmetrica, gli occhi grandi e con la pupilla incisa in incavo, la bocca piccola, la barba corta. Sopra il collo si può notare uno scavo in incavo sulla pietra, terminante in entrambi i lati con due elementi sferici (?). Il soggetto sembra nell'atto di spezzare il pane (riferimento all'ultima cena?), le cui rispettive metà sono tenute in mano. Un dito della mano sinistra è sollevato in alto, come per alludere ad un significato simbolico. La figura indossa una veste finemente incisa, con particolare attenzione alle pieghe del tessuto e al bordo ornato in prossimità del collo. L' opera può essere riferita alla produzione glittica di età federiciana, e in particolare a Federico II di Hohenstaufen ( 1194-1250). In questo periodo Il richiamo dell’antico, la rinascita e la ripresa dell’arte dell’intaglio delle pietre, specialmente a soggetto biblico, è molto legata alla personalità di Federico II. L’imperatore, infatti, in occasione di particolari avvenimenti, ordinava agli artigiani di corte di realizzare incisioni e cammei carichi di allusioni e capaci di esprimere, attraverso simboli, attributi, personificazioni e allegorie, precise scelte culturali o raccomandazioni. Le piccole e preziose opere potevano essere esposte, per esaltare la sua figura, o donate per rinsaldare sudditanze ed alleanze. Attualmente si conosce solo un numero esiguo di cammei svevi, in parte ancora da individuare, ma sappiamo che nell’inventario del tesoro imperiale, dato in pegno nel 1253 da Corrado IV di Svevia ai genovesi, sono menzionati 546 intagli, 137 cammei, di cui molti privi di montatura, e vasi in pietra dura (nel tesoro federiciano dovevano essere confluiti inoltre svariati esemplari antichi e tardoantichi, specialmente dopo il sacco latino di Costantinopoli del 1204, e in parte rilavorati). In tale contesto, particolare valore venne dato alla sardonica e alle agate striate o multicolori. Nei cammei le figure acquistavano un marcato vigore plastico ed un forte impatto coloristico grazie alla stratificazione del materiale utilizzato. Il presente cammeo è eseguito con una certa raffinatezza e cura per i dettagli, esaltati da una lucidatura a specchio condotta con perizia, e dalla splendida varietà di agata variegata. L'agata in questione assume tonalità verdastre tendenti al giallo, con toni bruni e zone più trasparenti e luminose, a cui si aggiungono tonalità bianche e azzurrine. Sul retro è possibile ammirare la bellezza e la particolarità dela pietra, il cui particolare taglio mostra tutti i noduli in trasparenza che si espandono progressivamente, attraverso la superficie sfacciettata in tre faccie verticali, questo dettaglio fa pensare ad un ipotetico riuso della preziosa materia, forse da un manufatto dell'epoca imperiale o della tarda antichità (tazza). Lavoro interessante da approfondire, di particolare rarità, probabilemente eseguito da una bottega dell'Italia meridionale da parte di un artefice che ha guardato anche ai modelli bizantini. Durante questa epoca infatti, i cammei raggiungono spesso un classicismo di maniera, mentre altre ripetono iconografie più antiche secondo un gusto grafico delle superifici. Per approfondimenti: A. Giuliano, I cammei dalla collezione Medicea del Museo Archeologico di Firenze, pp. 59-60; Il cammeo Gonzaga. Arti preziose alla corte di Mantova, a cura di Ornella Casazza, pp. 261-262 per rif. bibliogr.; Le gemme dei Medici al Museo degli Argenti. Cammei e intagli nella collezione di Palazzo Pitti, p. 327. XII-XIII sec. d.C.
25 x 34 x 8 mm.

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